on human condition

Teatro Massimo Cagliari: 
Mercoledì, 9 Maggio, 2018 - 19:30
Giovedì, 17 Maggio, 2018 - 19:00
Sabato, 23 Giugno, 2018 - 19:00
Domenica, 24 Giugno, 2018 - 18:00

Sardegna Teatro e Consorzio Camù | EXMA Exhibiting ad Moving Arts

con il supporto di Fondazione Sardegna Film Commission

presentano

ON HUMAN CONDITION

2° tappa del progetto “L’alleanza dei corpi”

Cagliari,  MGallery Teatro Massimo

 

Dal 9 maggio al 24 giugno prende il via ON HUMAN CONDITION, 2° tappa di L’alleanza dei corpi, progetto espositivo esperenziale che cita nel titolo le teorie performative dell’azione collettiva elaborate dalla studiosa del sociale Judith Butler: un fluire di interventi che orchestrano, attraverso un gioco di rimandi fra discipline artistiche e programmazione di Sardegna Teatro, una narrazione condivisa sul tema della comunità in epoca contemporanea.

Si vuole coinvolgere il pubblico in una riflessione su come la creazione di azioni coordinate possa ricostituire le forme sociali plurali compromesse dal neoliberismo e promuovere così importanti iniziative di resistenza attiva. Attraverso interventi performativi, rassegne di video arte, ponti sonori, talk e una biblioteca condivisa, L’alleanza dei corpi costituisce una piattaforma di autodeterminazione, in cui si lavora per ampliare le maglie della socialità.

Le opere degli artisti coinvolti costituiscono le fondamenta di uno spazio critico in divenire, sulla cui forma ha una ruolo essenziale il pubblico, che potrà plasmarlo con i segni della propria partecipazione, nella parola e nell’azione.

Con L’alleanza dei corpi in M-Gallery il Teatro Massimo si fa laboratorio politico: nei mesi di occupazione non si intende esaurire una problematica quanto accendere i focolai per una riflessione capace di essere generatrice sul lungo periodo e incidere così sulla vita comunitaria.


GLI APPUNTAMENTI DI MAGGIO

La programmazione si questi mesi si concentra sullo spazio pubblico e si interroga sul potenziale politico delle fisicità individuali unite nell’obiettivo comune. Il tema è affrontato attraverso l’incontro fra piano installativo, video e performativo.

Si inizia il 9 maggio, con l’inaugurazione della mostra ‘On human Condition: the 99%’ e la presentazione performativa del progetto ‘Per grazia non ricevuta’ con Maria Giovanna Boscani.

Si prosegue l’11 con la performance di Ofri Cnaani ‘No Data Is An Island’ e il 17 maggio con il Radio Event di Radio Papesse ‘ Nessun uomo è un’isola’.

La partecipazione a tutti gli eventi è gratuita.

 

PROGRAMMA

9 maggio ore 19.30

Vernissage  | Per Grazia Non Ricevuta

L'Ape di Giovanna Maria Boscani in viaggio nel mondo carcerario con Joe Perrino e le sue Canzoni di Malavita.


Installazione | Being Here, In What Will No Longer


Alessandro Carboni (2015)

L’installazione audio-visiva è parte di una ricerca sull’embodiment che si sviluppa a partire dall’esperienza in prima persona dell’artista nella rivolta degli ombrelli di Hong Kong. Le situazioni vissute e catturate attraverso la sensazione sensoriale degli scontri del novembre 2014 vengono sintetizzate in un alfabeto cinesico-posturale, in cui l’azione del corpo diventa la modalità per tracciare la mappa delle socialità in scontro e il modo in cui queste occupano lo spazio urbano. Attraverso gli elementi del pensiero coreografico si compie la costruzione della memoria condivisa dei cambiamenti socio-politici in corso. 
 

Alessandro Carboni (Italia, 1976), PhD in Creative Media, è un artista interdisciplinare, i cui progetto esplorano la complessità delle relazioni fra corpo, spazio urbano e cartografia. A partire da un raccolta dei dati in cui grande rilievo è dato all’esperienza corporea, realizza mappature, che rappresentano luoghi di ridifinizione di forme, andamenti e campi riflessivi a partire dalle specificità delle contingenze dell’urbano. Da questi archivi visuali nascono lavori performativi e installativi.

 

Video screening | Figure imposées, 
Bertille Bak (2015, 16 min.)

Il video, realizzato su commissione della Maison des Femmes du Hédas (distretto di Pau - Francia) , affronta la condizione dei migranti e dei richiedenti asilo privi di documenti.
L’artista ha lavorato con le donne inserite dalla Maison in un processo di integrazione, coinvolgendole in una serie di azioni volte ad allenare la capacità di mimetismo necessaria al tentativo di oltrepassare illegalmente la frontiera. La disumanità della condizione viene affrontata ironicamente e ogni gestualità fisica diventa allegoria dell’inadeguatezza delle politiche migratorie. Il tentativo di farsi forma per nascondersi nei mezzi di trasporto richiama la tratta meschina dei trafficanti di uomini e il volume d’affari ad essa legata.

- Courtesy The Gallery Apart
 

Bertille Bak (Arras, Francia, 1983). Studia presso Fresnoy – Studio National des Arts Contemporains di Tourcoing e la scuola di Belle Arti di Parigi. Il suo lavoro nasce da una posizione di osservazione al centro della comunità: inserendosi nella vita del gruppo per lunghi periodi, tesse contatti e trova una personale routine quotidiana. Assumendo uno sguardo trasversale fra il documentario, l’inchiesta e la ricerca etnografica, coniuga realtà e finzione. Le persone reali interpretano se stesse e i luoghi che fungono da scenografie sono reali ma tutto viene amplificato in una visione narrativa che segue il principio di svelamento. Tra le mostre recenti: ALL INCLUSIVE VIAGGIO, personale presso The Gallery Apart, Roma (2018); mostra collettiva Performing lives, a cura di Z. Chan, Optica contemporary art center, Montreal - Canada (2018); Bertille Bak: Usine à divertissement, Plateau multimédia, mostra personale presso il FRAC Provence Alpes Côte d’Azur, Marseille (2017); ANTIDORON – the EMST Collection, mostra collettiva a cura di K. Koskina, documenta 14 – Antidoron , Fridericianum, Kassel (2017); Biennale de l'Image en Mouvement, a cura di A. Bellini con C. Alemani, C. Bourgeois and E. Dyangani Ose, Centre d'Art Contemporain Genève, Ginevra - Svizzera (2016).

 

 

Video screening | In the Red
Ana Peca e Oliver Ressler (2014, 20 min.)

Il lavoro si concentra sull’esperienza dello Strike Dept group, un’organizzazione costola della manifestazione Occupy Wall Street (New York, 2014). Il gruppo lavora sul concetto di debito come strumento di controllo e mantenimento del potere economico. Ha attivato una serie di iniziative volte a rendere manifeste le dinamiche nascoste del sistema finanziario capitalistico (fra cui il gruppo di teoria critica che ha prodotto il libro “Debt Resistors’ Operations Manual”).
Esemplare l’azione del The Rolling Jubilee group, un network di debitori che offre mutua assistenza portando le cifre sul mercato secondario. Comprando il debito alle banche per cifre ridotte rispetto all’ammontare originario, liberano i debitori dalla pressione del primo accordo e offrono a chi è in difficoltà la possibilità di affrontare l’impegno con cifre più basse e libere dalla speculazione. ‘In the Red’ entra nella strategia di azione del gruppo, seguendo per settimane i lavori quotidiani e i processi decisionali dei partecipanti. Attraverso l’esperienza degli attivisti del Strike Debt, si affronta così l’orizzontalismo come modalità sociale di inclusione democratica e della ricchezza, fuori dalle strutture gerarchiche egemoni.

- Courtesy The Gallery Apart

 

Installazione | Nurra T.A. - Nurra Turismo Antagonista
Riccardo Fadda - Aznamusart (2011)

Il lavoro appartiene al progetto ‘Anarchaeology’, in cui si affronta criticamente il tema del patrimonio culturale invitando alla presa di coscienza di una rinnovata identità locale che tenga conto delle condizioni dell’ambiente e delle contraddizioni del territorio. Nasce da un intervento performativo in occasione della Manifestazione Monumenti Aperti 2011, quando Riccardo Fadda decide di aggiungere un bene alla lista ufficiale del patrimonio comunale di Porto Torres, il Nuraghe Nieddu, inserito in un’area di proprietà dell’ENI, di norma inaccessibile. Con un gruppo di circa venticinque visitatori entra abusivamente nell’area per effettuare una visita guidata al nuraghe, con un intervento di un archeologo che illustra nel dettaglio le caratteristiche del monotorre. Al momento didattico esplorativo segue un momento di convivialità nei pressi dello stesso nuraghe, simbolo di riappropriazione del bene da parte della comunità.
 

Riccardo Fadda (Porto Torres, 1976), fondatore del collettivo artistico AZ.Namusn.Art. La sua ricerca affronta la relazione fra arte e politica, con particolare attenzione al territorio di origine, la Nurra. Le sue azioni visive e performative evidenziano gli effetti delle occupazioni militari e industriali sul territorio e sulle comunità che lo vivono. 

11 maggio ore 19

Performance e installazione No Data Is An Island
Ofri Cnaani (2018)

Si tratta di una geographically-based group messaging performance, sviluppata appositamente dall’artista per questo progetto. Consiste in una performance collaborativa che vede la partecipazione di Cnaani in digitale da New York e il gruppo dei fruitori dal vivo nello spazio pubblico della città di Cagliari. Il lavoro si interroga sulla velocità con cui la città sta cambiando e come questo ritmo cambia la nostra percezione dei luoghi, spesso mediata nella sua prima esperienza dalla fruizione digitale. In No Data Is An Island confluiscono le riflessioni sul meccanismo dell’economia turistica condivisa delle review, su come l’esperienza individuale reale plasmi l’esperienza immateriale collettiva. Luogo di incontro per questa riflessione è un gruppo whatsApp, che diventa così piattaforma di ricerca sulla partecipazione di gruppi e sui sistemi alternativi di trasmissione dati.

I partecipanti aderiscono alla performance mediante un’open call. Al giorno e all’orario prestabilito si attiva il gruppo whatsapp e vengono guidata in un’esplorazione, in qualsiasi parte della città si trovino, occupando pacificamente la città. Al termine raggiungono M gallery dove si incontrano e danno avvio all’installazione, in forma di mappa concettuale, che racconta e sintetizza l’esperienza dell’incontro. L’installazione rimane poi interattiva. Il pubblico può intervenire creando ulteriori connessioni attraverso suggestioni visuali e testuali. Una mappa mentale di un’isola nell’era dell’iperconnessione.
 

Ofri Cnaani (Israele, 1975) è un’artista e educatrice che lavora con i media basati sul tempo, interventi performativi che si legano al cinema e al video,  installazioni su larga scala. Vive a New York, dove insegna Digital Performance e Digital Feminism alla SVA - School of Visual Arts, ed è PhD candidate al Goldsmith College di Londra. Il lavoro dell’artista è segnato da una costante indagine sul rapporto tra spazio e fisicità, tra presenze dominanti e dominate. Nei suoi lavori sveglia le dinamiche di potere evidenziando come queste abitino gli aspetti più banali della nostra quotidianità - gli elementi architettonici, gli spazi pubblici, le consuetudini sociali - generando le tensioni che si ripercuotono sulle relazioni fra individui. Sovente le performance diventano strumenti per sperimentare e negoziare nuove forme di autorità fra esperti, pubblici e oggetti culturali. Ha esposto e realizzato performance Fra le istituzioni in cui ha realizzato mostre mostre e performance: Metropolitan Museum of Art di New York,  Inhotim Institute, Brazil; Israel Museum; Kiasma Museum, Helsinki; Jerusalem; PS1/MoMA, NYC; BMW Guggenheim Lab, NYC; The Fisher Museum of Art, L.A.; Twister, Network of Lombardy Contemporary Art Museums, Italy. Fra le partecipazioni alle mostre collettive: Moscow Biennial; The Kitchen, NYC; Bronx Museum of the Arts, NYC; Kunsthalle Wien, Vienna; Arnolfini Foundation Museum, Bristol, UK; Tel Aviv Museum; The Israel Museum, Jerusalem; Prague Triennial.

 

17 maggio ore 19  

Nessun uomo è un'isola. Live Radio Event con Radio Papesse

Seduta di ascolto condivisa curata da Radio Papesse, prima radio italiana ad occupa usi esclusivamente di arte contemporanea e alla sperimentazione sound art.
La selezione di ascolto sarà introdotta da Ilaria Gadenz e Carola Haupt, a cui seguiranno interviste e interventi sound.
Contenuti: Dove andiamo a parare? Perché non andiamo a parare più da nessuna parte attraverso la strada? - Intervista a Andrea Lissoni e Carlos Casas // An immaterial retrospective…. - Intervista a Pirici & Pelmus // La seduta, intervista a Adelita Husni Bey // Dismembered city of augmented bodies, Johannes Paul Raether // Body of War, intervista a Isabel Rocamora
Interventi sonori: Canon Pokajanen, Arvo Part; Tsampouna, James Andean; Chorus of Refugee, A. Heppermann + J. Cady;
Dopo l’evento la selezione sarà poi fruibile in una sound station in Mgallery

 

23 giugno ore 19

Performance
STRATEGIE E PRATICHE DI MAPPATURA CORPORALE NELLO SPAZIO URBANO
con Alessandro Carboni

Alessandro Carboni ha sviluppato una ricerca sull’embodiment, a partire dalla propria esperienza nella rivolta degli ombrelli di Hong Kong. Le situazioni vissute e catturate attraverso la fruizione sensoriale degli scontri del novembre 2014 vengono sintetizzate in un alfabeto cinesico-posturale, in cui l’azione del corpo diventa la modalità per tracciare la mappa dello scontro dei gruppi sociali e dei loro modi di occupare lo spazio urbano. Gli elementi del pensiero coreografico costruiscono la memoria condivisa dei cambiamenti socio-politici in corso.

 

24 giugno ore 18

Incontro e performance | Atlas. On Human Condition
Margherita Moscardini (2016)

Atlas muove la riflessione a partire dagli scritti di Arendt, sulla città letta come la comunità riunita nel discorso pubblico, e come tale, è un fatto trasponibile quasi ovunque e in ogni momento. L’artista traduce questo assunto in termini plastici attraverso disegni di folle che calzano gli spazi e piccole sculture. La città, dunque, è vista in termini di ambiente costruito dalla moltitudine che si addensa e si disperde nei vuoti urbani: strade, piazze, etc. Quei vuoti progettati per l’aggregazione, la sosta e la viabilità, quando sono riempiti completamente sembrano realizzare il lavoro di chi li ha progettati. Come dice Butler, quando la moltitudine si riunisce per rivendicare lo spazio pubblico, l’ambiente materiale diventa supporto dell’azione e allo stesso tempo è riconfigurato dall’azione.

Il lavoro viene presentato attraverso un atto performativo in cui la fruizione dei disegni diventa momento di dialogo fra performer e spettatore. Segue talk con l’artista via skype.
 

Margherita Moscardini (Donoratico, 1981) ha studiato Antropologia Culturale a Bologna e frequentato l’Advanced Course in Visual Arts della Fondazione Ratti di Como con Yona Friedman (2008). Ha lavorato di recente presso MMCA Changdong, Seoul, Corea (2014) e ISCP, New York, USA (2015). E’ stata fellow 2015, Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University, New York, USA.  Tra le mostre personali: To San Rocco with Love, Contemporary Locus 06 (con Jo Thomas), Bergamo, Italia, 2014; Istanbul City Hills – On the Natural History of Dispersion and States of Aggregation, IIC di Istanbul, Turchia, 2013, Annexe-1XUnknown, Ex Elettrofonica, Roma, Italia, 2012; 1XUnknown, Museo MACRO, Roma, Italia, 2012, A Project for the Ancienth Bath, CCA ArtToday, Plovdiv, Bulgaria, 2011. Tra le mostre collettive: Istanbul City Hills – On the Natural History of Dispersion and States of Aggregation, Sezione Volume e Sintesi COLLEZIONI MAXXI, Fondazione MAXXI, Roma, Italia, 2016; 30 projects for ArtLine, Palazzo Reale, Milano, Italia, 2015; We have never been modern, SongEun ArtSpace, Seoul, Corea, 2014, VAF Foundation Prize, Schauwerk Foundation, Stuttgart e Staedtgalerie Kiel, Germania, 2014.

 

Continuano nello spazio:

Installazione Being Here, In What Will No Longer,  Alessandro Carboni

Installazione No Data Is An Island, Ofri Cnaani (2018)

Sound station Radio Papesse

Talk e performance Alessandro Carboni

Talk (skype)  e performance Margherita Moscardini

 

M-Gallery è nata e si sviluppa grazie alla sinergia tra Sardegna Teatro e EXMA Exhibiting and Moving Arts - Conzorzio Camù, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission.
M-Gallery rappresenta un ampliamento dello spazio teatrale, un luogo di incontro, di socialità e arricchimento per il pubblico, che attraversa e mescola i linguaggi artistici con una programmazione di mostre temporanee.
La collaborazione fra Sardegna Teatro e EXMA si inserisce nel programma EX-OUT con il quale l'EXMA entra nelle maglie della città e raggiungere nuovi pubblici, attivando nuove connessioni.
Il programma è curato per EXMA - Consorzio Camù da Micaela Deiana, intorno ai temi della performatività nella produzione artistica e della commistione fra linguaggi. Il taglio transdisciplinare è pensato per creare un dialogo fruttuoso fra le due organizzazioni.