Focus Infanzia: Autunno Danza | Festival Tuttestorie | Sardegna Teatro

 

Prende il via il Focus per l'infanzia promosso al Teatro Massimo di Cagliari e al Teatro Eliseo di Nuoro dal Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi, Autunno Danza e Sardegna Teatro. Il programma a Cagliari è inserito in “10 NODI. Il festival d’autunno a Cagliari”. 

Si parte mercoledi 11 al Teatro Eliseo di Nuoro (11 ottobre pre 21,00 - 10 ottobre ore 10,00) e venerdì 13 ottobre al Teatro Massimo di Cagliari con una doppia replica (ore 10:30 per le scuole e ore 18:00 aperta al pubblico) con lo spettacolo IL COLORE ROSAdestinato ai bambini dai 6 agli 11 anni, con ideazione, coreografia e regia di Aline Nari, interpretato da Gabriele Capilli , Aline Nari e Giselda Ranieri (produzione Ubidanza in collaborazione con Aldes Teatro). Attraverso la danza, il gesto e la voce, in modo ironico, evocativo e affettuoso, lo spettacolo racconta, aldi là degli stereotipi, del cammino difficile per riconoscersi nella propria diversità e nella possibilità di cambiare e trasformarsi. La metafora del colore è un pretesto per  affrontare i temi della crescita, della costruzione della propria identità e accettazione di sé. Alle bambine si continuano a proporre giochi, scarpette, borsette, immancabilmente rosa, mentre per i maschi il rosa è un colore da evitare, da temere, da negare. Ma chi l'ha detto che il rosa è “da femmine” e il celeste “da maschi”? .

Si prosegue il 20 ottobre (ore 10:30 e ore 18:00) con POP UP, UN FOSSILE DI CARTONE ANIMATO, una produzione del Teatro delle Briciole affidata ai Sacchi di Sabbia, per bambini dai 3 anni e i loro genitori,  con Beatrice Baruffini e Serena Guardone. Reinventando il libro animato in forma teatrale, Pop up intreccia le microstorie di un bambino di carta e di una piccola, enigmatica sfera: le evoluzioni ritmiche, cromatiche e sonore del loro rapporto, i loro incontri, le loro specularità, le loro trasformazioni. La scansione cromatica dei diversi cartoon di cui si compone lo spettacolo è un mezzo potente per indagare le emozioni-base e per creare insiemi di associazioni tra sentimenti, forme e colori. L'idea della reinvenzione scenica del libro pop up, è la preziosa occasione per una riflessione sull'animazione, sulla saturazione e l'invasività  delle sue tecniche contemporanee, per intraprendere una direzione più evocativa e meno aggressiva che lasci più spazio all'immaginazione nell'era della dittatura digitale.

Al Teatro Massimo il 12 (ore 19:00) e 13 novembre (10:30) e il 15 e 16 al TEN di Nuoro, andrà in scena BUTTERFLY di Kinkaleri, opera in tre atti liberamente tratta dalla Madame Butterfly di Giacomo Puccini, con Yanmei Yang e Marco Mazzoni, per bambini dai 5 anni. Butterfly traccia un nuovo percorso produttivo che prosegue il lavoro fatto dalla compagnia su Turandot, incontrando un altro capolavoro del maestro Giacomo Puccini, Madame Butterfly, la commovente e tragica storia d'amore ambientata nell'esotico estremo oriente di inizio novecento. In un continuo ribaltamento di figure e sagome, la scena si sviluppa in un gioco tra bidimensionalità e tridimensionalità, provocando nel pubblico un costante cambio di percezione in cui il performer agilmente interpreta i diversi personaggi della storia, mentre il canto appare nelle vesti dell'incantevole Butterfly che ripropone dal vivo le arie più celebri dell'opera.

Dal 9 al 12 novembre al TEN e dal 15 al 19 novembre al Massimo arriva BUCHETTINO, capolavoro della Societas Raffaello Sanzio, tratto da Le Petit Poucet di Charles Perrault, per adulti e bambini (a partire dagli 8 anni d’età). La regia è di Chiara Guidi, le scene e l’ambientazione sonora di Romeo Castellucc, la narratrice è Monica Demuru. Nella semioscurità di una grande camera da letto in legno, la narratrice accoglie gli spettatori. I letti sono piccoli, reali, con lenzuola e coperte. Ognuno si sdraia nel suo. Le favole spesso si raccontano prima di dormire, per accompagnare il sonno, ed è proprio quest’atmosfera che viene ricreata all’interno di questa magica camera da letto. Il sonno è una posizione del corpo e della coscienza del proprio essere, è quel momento in cui ognuno allenta la presa sulla propria vita. È a questo punto, in una luce appena visibile che isola e al tempo stesso immette in una condizione comune, che sorge la voce della narratrice. Al centro della camera, sotto l’unica lampadina, racconta tutte le peripezie di Buchettino e nel momento stesso in cui le evoca se ne ode la traccia acustica. È quasi buio e l'unica attività percettiva disponibile è quella dell'orecchio che, in questo modo, potenzia la capacità di cogliere i suoni provenienti dai quattro lati. Ogni immagine è messa in penombra; le figure vengono allontanate, non c'è quasi niente da vedere, a favore dell'ascolto e delle immagini interiori. Nonostante il racconto cominci con “C’era una volta…”, attraverso i rumori ridiventa presente e una tempesta di suoni avvolge la grande camera da letto, dove ognuno, nel buio, concentra i propri sensi. Il ritrovarsi insieme a sconosciuti, in una condizione che è fatta d’intimità, determina un unico sentire.

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